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Carta Europea dei Ricercatori al CNR: questa sconosciuta

C’è una bella differenza tra l’adesione formale che si può dare a un documento di principi generali e di indirizzo sull’organizzazione della ricerca scientifica e tecnologica, e la sua applicazione reale. E’ il destino della Carta dei Ricercatori al CNR, ente nel quale le decisioni più importanti vengono prese senza alcuna preoccupazione circa il coinvolgimento effettivo dei ricercatori e tecnologi, nonostante esista a tal riguardo una precisa previsione normativa nel recente D.Lgs 218/2016. Decisioni importanti come la ristrutturazione della rete, il piano triennale di sviluppo, le modifiche ai regolamenti, la determinazione di nuovi criteri per il reclutamento dei ricercatori e tecnologi, sono ormai appannaggio di organi dove la rappresentanza dei R&T non esiste o è ridotta al minimo, eliminando con ciò qualsiasi possibilità per il personale scientifico e tecnico di poter fornire idee e suggerimenti e sentirsi parte dell’ente nel quale lavorano.

L’ANPRI ha inviato al Presidente del CNR una lettera nella quale si rileva l’intollerabile degrado delle modalità di circolazione delle informazioni all’interno dell’Ente, che si traducono in un appannamento dell’immagine del CNR, in una caduta di coinvolgimento del personale e in una scarsa efficacia delle relazioni sindacali.

In particolare, l’ANPRI ha sottolineato che con sempre maggiore frequenza si “viene a conoscenza” di importanti decisioni dei vertici dell’Ente (Presidente, CdA, DG, ecc.) attraverso la circolazione di documenti o semplicemente di comunicazioni verbali, che poi si rivelano fondate.

L’ANPRI ritiene che sia improrogabile da parte del CNR l’adozione di comportamenti trasparenti e rispettosi di precise regole di informazione nelle relazioni sindacali, in particolare, come nel caso richiamato, quando sono in gioco scelte sull’allocazione delle risorse umane. Scelte che devono essere comprese da tutti, quando riguardano l’utilizzo delle risorse pubbliche del maggiore ente di ricerca italiano.

Sono troppe le ombre che non fanno vedere con chiarezza il futuro del CNR. Sono molte ancora le resistenze ad applicare veramente la Carta Europea dei ricercatori. Far cessare immediatamente le cattive prassi che abbiamo evidenziato è essenziale, se davvero si vuole il bene del CNR e del Paese.

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Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 10 del 28 luglio 2017.

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